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Ho iniziato il mio percorso professionale al Centro Cardiologico Monzino nel 1983 e sono sempre stata impegnata ed impiegata in area critica. Il mio primo incarico è stato in Terapia Intensiva Post Cardiochirurgica dopo di che ho deciso di intraprendere il percorso di studi in coordinamento infermieristico e con questo ruolo ho operato dapprima nell’Unità di Cure Intensive Coronariche e, successivamente, dal 2005 fino ad oggi, nell’Unità Operativa di Pronto Soccorso, presidio monospecialistico predisposto per l‘accoglienza di pazienti affetti da problematiche acute cardiocircolatorie.
In questo lungo periodo di tempo ho avuto modo di osservare e vivere i cambiamenti che hanno riguardato il Centro Cardiologico che lo hanno visto trasformarsi da un piccolo ospedale privato nato da una donazione della famiglia Monzino a istituto di riferimento dapprima a livello nazionale e progressivamente, con la sua crescita, a livello europeo e mondiale, acquisendo il titolo di IRCCS , e supportando nel tempo tutte le tecniche più moderne fino ad oggi, con l’intelligenza artificiale e la robotica che supportano i professionisti sanitari nel loro lavoro.
Per dare una misura di questi cambiamenti basti pensare che nel 2005, al mio arrivo in Pronto Soccorso, gli accessi annui erano 6.000, ad oggi sono più che raddoppiati superando abbondantemente i 12.000.
Egualmente le angioplastiche coronariche, ossia le procedure che consentono il trattamento dell’infarto miocardico acuto, sono passate da poche unità a 150 all’anno
Nonostante tutto ciò rimango fermamente convinta che, seppur supportate dai mezzi tecnici più avanzati, siano comunque le persone che determinano gli ambienti, e i corsi universitari possono solo in parte influire sul come diventare persone migliori in ambito sanitario.
Tornando indietro nel tempo posso affermare che quando mi proposero di coordinare il Pronto Soccorso ebbi molti dubbi se accettare o meno quell’incarico.
Pur avendo speso la mia intera vita professionale nell’ambito della patologia cardiologica acuta non posso nascondere che provavo ansia di fronte all’incertezza del non sapere mai quello che ti aspetta prima di iniziare il turno di lavoro. Seppur la preoccupazione ti faccia sempre stare all’erta, rimane comunque quel pensare di non essere pronti ad affrontare l’emergenza, il dubbio di sapere utilizzare le parole giuste di fronte alla malattia critica o, peggio ancora, alla morte, concetto tremendamente vicino al nostro ambiente di lavoro.
Basti pensare al periodo dell’emergenza legata alla pandemia da Covid, quando abbiamo dovuto combattere contro un nemico infido e sconosciuto: per affrontare tutto ciò sono stati necessari nervi di acciaio, una salute di ferro (peraltro messa a dura prova dalla quotidiana esposizione al contagio) ma soprattutto, per rimanere nell’ambito delle leghe, dei colleghi d’oro. Nessuno di noi voleva essere eroe, anzi questa definizione disturbava la maggior parte di noi, il nostro compito ed in particolar modo ciò che la società ci chiamava a fare, era invece quello di essere ”presenti” per accogliere, curare, tranquillizzare e, troppo spesso purtroppo consolare le persone che ne avevano necessità e soprattutto di non cedere, di non arrenderci.
Il Pronto Soccordo è una specie di centrifuga dove si mischiano tante figure, medici infermieri operatori socio sanitari, tecnici specializzati, soccorritori del 118 talora stanchi stressati dal lavoro, ma spesso sorridenti e comunque soddisfatti di un ruolo che, al netto di ovvie insoddisfazioni, risulta comunque tra quelli socialmente più utili.
Il Pronto Soccorso è un lavoro per pochi, dove devi saper lavorare in gruppo perché è il gruppo che determina la quantità ma soprattutto la qualità del lavoro, è una vera e propria trincea e come in ogni trincea ci si unisce ci si compatta provando a rispettarsi per far si che si evitino quelle distrazioni che non ci si possono permettere perchè possono risultare fatali.
Il Pronto Soccorso è per chi non si arrende.
Il Pronto Soccorso è metaforicamente una porta dietro alla quale c’è un mondo che suona sperando di essere accudito, curato, salvato…. e noi cerchiamo di essere la loro opportunità. Ora che sono arrivata alla fine del mio percorso professionale ringrazio tutti i miei compagni di viaggio, quegli stessi compagni che mi ricorderanno sempre come “la Manu de PS”.
Dottoressa Emanuela Pagani
Coordinatrice infermieristica del Pronto Soccorso del Centro Cardiologico Monzino
Come Fondazione IEO-MONZINO ETS ci teniamo a ringraziare la dott.ssa Emanuela Pagani per il suo encomiabile lavoro.
Ai nostri ringraziamenti si aggiungono quelli dott. Claudio Bassi, Direttore Aziendale Professioni Sanitarie del Centro Cardiologico Monzino:
”La Dott.ssa Pagani, per tutti La Manu, è stata la coordinatrice infermieristica del Pronto Soccorso per più di 20 anni, a cui si aggiungono altri 21 di grande lavoro al Monzino.
A dicembre andrà in pensione e per questo vogliamo ringraziarla, facendole la promessa che porteremo avanti con passione e professionalità tutto ciò che lei ha costruito con tanto amore, tenacia e grandi capacità assistenziali e organizzative. GRAZIE, ti vogliamo bene!”
La dottoressa Pagani ringrazia tutti per le manifestazioni di affetto ricevute in seguito alla pubblicazione della sua intervista.
Di seguito un suo messaggio: “Non ci sono parole per esprimervi la mia gratitudine. Abbiamo saputo sostenerci e motivarci a vicenda. Farò tesoro di tutti i vostri insegnamenti”
Il gruppo di medici e infermieri del nostro Pronto Soccorso Cardiologico lavora senza sosta per salvare vite.
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