Le nuove frontiere della Ricerca IEO per i tumori polmonari non operabili: medicina di precisione, immunoterapia e studi clinici innovativi per migliorare la vita dei pazienti.
È sempre più concreta la possibilità di trattare in modo efficace anche i tumori al polmone non operabili, grazie ai progressi raggiunti dalla Ricerca oncologica. Lo ha dimostrato un recente incontro organizzato dalla Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia, guidata dal professor Filippo De Marinis, con il contributo dei dottori Antonio Passaro e Gianluca Spitaleri. Un momento di confronto aperto e informativo, pensato per fare il punto sulle terapie più innovative discusse all’ultimo congresso ELCC di Parigi e già in corso presso lo IEO.
Cosa significa “tumore polmonare non operabile”
Non tutti i tumori al polmone possono essere rimossi chirurgicamente. Quando la malattia si è diffusa oltre il sito primario, dando origine a metastasi, si parla di tumore non operabile. In questi casi, la chirurgia non è più un’opzione efficace: è necessario ricorrere a trattamenti sistemici, ovvero terapie che agiscono in tutto l’organismo, raggiungendo anche le cellule tumorali che si sono diffuse in altre sedi.
La buona notizia è che oggi esistono diverse strategie terapeutiche avanzate, basate sulla biologia del tumore e del paziente: è la cosiddetta medicina di precisione.
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L’importanza della diagnosi molecolare
Tutto parte da una biopsia. Analizzando un campione di tessuto tumorale, i medici possono esaminare il DNA del tumore alla ricerca di alterazioni genetiche: piccole mutazioni che guidano la crescita della malattia. Identificare queste mutazioni significa conoscere il “motore” del tumore e, di conseguenza, scegliere il farmaco più adatto per fermarlo.
Tra le alterazioni più comuni ci sono i geni EGFR, ALK, ROS1, BRAF, RET, MET, HER2, KRAS e NTRK. Ognuna di queste mutazioni corrisponde a una forma diversa di tumore, che risponde a terapie specifiche:
- EGFR, per esempio, è spesso presente in pazienti non fumatori e può essere trattato con farmaci come Osimertinib;
- ALK e ROS1 sono bersagli molecolari meno frequenti, ma oggi affrontabili grazie a farmaci di ultima generazione in corso di studio anche allo IEO;
- BRAF, invece, è trattato con combinazioni di farmaci già utilizzati in altri tumori, come il melanoma;
- MET, in particolare l’alterazione dell’esone 14, può essere tratta con inibitori specifici già approvati;
- HER2, più nota per il tumore al seno, è coinvolta in alcuni tumori polmonari e oggi sono in sviluppo terapie mirate anche per questa mutazione;
- KRAS, per anni considerato un target “non aggredibile”, ha visto di recente l’approvazione di farmaci specifici;
- NTRK è una fusione genica molto rara, ma con una risposta elevata ai farmaci TRK-inibitori, efficaci in differenti tipi di tumore.
Queste informazioni genetiche permettono di costruire una terapia davvero su misura, aumentando le probabilità di efficacia e riducendo gli effetti collaterali. È questo il cuore della medicina di precisione.
Terapie mirate: colpire il bersaglio giusto
Quando viene identificata una mutazione genetica specifica, è possibile intervenire con farmaci mirati progettati per bloccare proprio quel “motore molecolare” che alimenta la crescita del tumore. Si tratta di trattamenti personalizzati che agiscono in modo selettivo sulle cellule malate, lasciando intatti i tessuti sani. Questo approccio consente di controllare la malattia con maggiore efficacia e spesso con meno effetti collaterali rispetto alla chemioterapia tradizionale. Un esempio concreto è Osimertinib (Tagrisso), un farmaco utilizzato per i pazienti con mutazione EGFR. Dopo la progressione alla terapia con Osimertinib, si stanno esplorando nuove strategie terapeutiche. Lo studio MARIPOSA-2, già concluso e pubblicato, ha valutato l’efficacia della combinazione di chemioterapia e Amivantamab, un anticorpo bispecifico, in questo setting. Attualmente, allo IEO sono attivi altri studi clinici dedicati a questa fase della malattia, come TROFUSe-009 e TROPION-LUNG 15, che mirano a identificare nuove opzioni terapeutiche per i pazienti con mutazione EGFR in fase avanzata.
Scopri di più sullo studio MARIPOSA-2 sul sito dello IEO
Ogni nuova terapia nasce da un’intuizione, ma diventa realtà solo grazie al sostegno di chi crede nella Ricerca.
Immunoterapia: quando il sistema immunitario è protagonista
L’immunoterapia è un trattamento oncologico innovativo che non agisce direttamente sul tumore, ma stimola il sistema immunitario del paziente a riconoscere e attaccare le cellule tumorali. È una strategia particolarmente utile quando non sono presenti mutazioni genetiche specifiche da colpire con farmaci mirati.
Per decidere se l’immunoterapia può essere adatta, uno degli elementi principali valutati nei laboratori dello IEO è la presenza della proteina PD-L1 sulle cellule tumorali. Questo esame, effettuato su un campione ottenuto con la biopsia, aiuta a stimare la probabilità di risposta al trattamento. Tuttavia, non è l’unico fattore considerato: la scelta della terapia tiene conto anche del tipo di tumore, dello stato generale del paziente e della presenza di eventuali comorbidità.
Allo IEO, l’immunoterapia viene utilizzata da sola o in combinazione con la chemioterapia, soprattutto nei pazienti con tumore squamoso o con una storia di fumo. In alcuni casi può essere proposta fin dall’inizio del percorso terapeutico.
Le combinazioni tra immunoterapia e terapie mirate, invece, non sono ancora parte della pratica clinica standard. Fanno eccezione alcuni studi in corso attivi presso l’Istituto Europeo di Oncologia, come quelli dedicati alle mutazioni del gene K-RAS, che potrebbero aprire a nuove possibilità terapeutiche già nella prima linea di trattamento.
Studi clinici: la Ricerca che diventa cura
Uno dei punti di forza dello IEO è la partecipazione attiva agli studi clinici, veri motori dell’innovazione. Solo nella Divisione di Oncologia Toracica sono oltre 30 gli studi attivi, molti dei quali dedicati a farmaci sperimentali destinati a pazienti con mutazioni genetiche rare o in fase avanzata di malattia.
Tra i progetti più promettenti:
- ALK-OV1, con farmaci di nuova generazione per la mutazione ALK;
- ZIPA-20, per pazienti con mutazione EGFR Exon 20 insertion;
- studi su mutazione BRAF, con nuove combinazioni più tollerabili e personalizzate;
- TROPION-LUNG15, che esplora nuove strategie terapeutiche post- Osimertinib in pazienti EGFR-mutati;
- SOHO-2, focalizzato su combinazioni innovative di farmaci immunoterapici e mirati per pazienti con tumore polmonare in fase avanzata.
Ogni paziente è valutato da un’équipe multidisciplinare che considera la condizione clinica, le preferenze personali e la sostenibilità del percorso.
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Psico-oncologia: curare anche l’interiorità
Come afferma il professor De Marinis, «L’oncologo allunga la vita del paziente, ma è il paziente insieme allo psico-oncologo ad allargarla».
Allo IEO, il supporto psicologico fa parte integrante della cura: aiuta il paziente ad affrontare le difficoltà emotive, a gestire l’impatto della diagnosi e a mantenere una buona qualità di vita lungo tutto il percorso terapeutico. Se vuoi saperne di più su questo argomento puoi leggere l’articolo della Professoressa Pravettoni
Un modello di cura su misura
Ogni trattamento allo IEO viene costruito su misura: non solo sulla base della malattia, ma anche considerando chi è il paziente. Età, condizioni cliniche, aspettative, storia personale: tutto contribuisce a scegliere la strada migliore.
In molti casi, la partecipazione a uno studio clinico rappresenta un’opportunità concreta di accedere a farmaci innovativi prima ancora della loro approvazione ufficiale.
La Ricerca trasforma la speranza in realtà
Ogni cura efficace nasce dalla Ricerca. Ogni farmaco oggi disponibile è passato da studi rigorosi, valutazioni scientifiche e iter regolatori. Per questo è fondamentale continuare a investire nella Ricerca clinica e molecolare.
Sostenere la Ricerca significa dare ai pazienti di oggi e di domani nuove possibilità di cura, più efficaci e meno invasive.
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