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23 aprile, 2020

Quali immunità post-pandemia in campo IEO e Cardiologico Monzino

La pandemia ha investito come uno tsunami anche istituti di cure specialistici, come l’Istituto Europeo di Oncologia e il Centro Cardiologico Monzino, che durante l’emergenza hanno continuato la lotta contro le malattie oncologiche e cardiologiche.
A supportare le due realtà è stata ed è la Fondazione lEO-CCM con un progetto di crowdfunding che Buone Notizie questa settimana sostiene.

Nella prima fase la raccolta fondi è stata finalizzata a mettere in sicurezza pazienti e operatori sanitari (gel, mascherine, protezioni, percorsi dedicati). Ora l’acceleratore è premuto su due progetti di ricerca legati al Covid-19. Uno degli obiettivi, in parole povere, è verificare quanto dura e se dura l’immunità al virus in chi si è ammalato. E quante probabilità di riammalarsi ha lo stesso soggetto. «Il ruolo della Fondazione IEO-CCM per i due Istituti è stato fondamentale in questi mesi – spiega la Presidente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo – e abbiamo grande fiducia nei nostri ricercatori che stanno svolgendo un lavoro importantissimo che andrà a beneficio di tutti noi».

Entrando nei dettagli, i ricercatori dell’Istituto Europeo hanno messo a punto un test sierologico per la ricerca di anticorpi anti Sars-CoV-2 per stimare le probabilità di reinfettarsi delle persone già entrate in contatto con il virus. L’obiettivo finale è che possa diventare un modello di riferimento per la comunità scientifica. II Centro Cardiologico Monzino, invece, è impegnato nel comprendere e studiare le dinamiche legate ai pazienti colpiti dal virus. L’obiettivo, in questo caso, è identificare «predittori» clinici e di laboratorio di danno miocardico in pazienti con infezione da Sars-CoV-2. «In questa fase di emergenza sanitaria – precisano i ricercatori – il focus sarà sulla prevenzione cardiovascolare sia primaria, in soggetti con fattori di rischio, sia secondaria ovvero in soggetti che hanno già sofferto di eventi cardiovascolari».

II primo progetto, quello dell’Istituto, nasce in partnership con il Mount Sinai di New York e l’Università di Pavia. Le domande a cui si vuole dare una risposta con il test sierologico messo a punto sono: quanto è protetto chi è già guarito da coronavirus? E quante probabilità ha di reinfettarsi?
Si partirà da un campione composto da pazienti e personale sanitario IEO di 5.284 soggetti nei 4 mesi dello studio (per un totale di oltre 12.800 tamponi e 24.500 test sierologici) e i dati raccolti saranno utilizzati per stimare la probabilità di reinfezione da Sars-CoV-2 in soggetti con anticorpi e quindi già entrati in contatto con il virus.

 

Paola D’Amico
Corriere della Sera 
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